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— Che è successo? — chiede la signora Eufemia: — uno spillo forse? una forcinella?
— Non saprei, — risponde il cavaliere un po’ confuso, — qualche cosa di pungente che mi è penetrato nel....
— Sedere comodamente, — dice, con intenzione faceta, Policarpo, — è una delle vicissitudini agognate dall’individuo comecchessia lasso di questa, dirò così.... cavaliere, fate il favore, ecco una sedia scevra di qualsiasi punta inopportuna.
Finalmente il cavaliere Anassagora Caramelli è seduto, con tutto il comodo suo. È un tipo nè vecchio nè giovane, nè bello nè brutto, nè intelligente nè idiota. Le male lingue dicono che, prima della nascita di Agenore, Anassagora frequentasse molto casa De-Tappetti, mentre Policarpo stava in ufficio. Certo è che la signora Eufemia si è spesso vantata del compare al quale attribuisce, con visibile compiacenza, patenti di nobiltà.