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XI.


L’istruzione di Agenore.


Il lume a petrolio sopra un sottolume ottagonale, fatto di scatole di cerini appiccicate a un panno, fiammeggia in mezzo alla tavola. Il globo di cristallo smerigliato, è incrinato da cima a fondo e picchiettato di pezzetti di decalcomania, fatica speciale della pazienza e della saliva di Agenore.

La serva, al buio, sbadiglia sull’uscio della cucina.

Policarpo, Eufemia, Agenore, pieni di raccoglimento e di aspettativa, stanno seduti intorno alla tavola, accigliati, preoccupati, come se, da un momento all’altro, attendessero i conforti di nostra santa religione.

Policarpo De-Tappetti è infagottato in un