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vita è un sacerdozio, che mantiene acceso il sacro focolare della famiglia, e comprende nel salario gli affetti d’un vergine cuore, retribuito mensilmente con pari tenerezza. Guarda, moglie mia, la povera Rosa. Ella non ha più il coraggio di pronunciare una qualsivoglia parola. La commozione la opprime.

— Perdona, amico mio, a me pare che russi.

— T’inganni! non è che il rantolo d’un cuore esulcerato.

La signora Eufemia, sospirando a mantice, ritorna, quasi barcollando, alla finestra.

Policarpo fa due o tre passi, poi s’arretra e dice con accento severo e fatale:

— Eufemia, non è più tempo d’esitare. Io devo perlustrare tutti i sette colli, anche a costo di fiaccare il mio. O ritroverò il nostro caro Agenore, o tu sarai vedova anzi tempo.

— Io ne morirò.