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X.
Agenore smarrito.
Sono le nove e tre quarti di sera. Casa De-Tappetti è immersa nella più profonda costernazione.
La serva, seduta nel cantone più oscuro della sala da pranzo, appoggia la fronte sopra la spalliera e dorme in preda alle più strazianti inquietudini.
La signora Eufemia — dimentica di ogni delicato senso di pudore — è mezzo vestita e mezzo no, e il suo seno potrebbe presentare ancora qualche attrattiva agli occhi autorevoli di Policarpo, s’egli non si ostinasse a fissarli sui propri stivali con una costanza degna di migliore scarpa.
La signora Eufemia, ogni tanto, fa un