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vetto come lei, per grattare una donna della mia esperienza e della mia età.

— Perdoni, ma io non ho nessuna intenzione di grattarla.

— Abbia lo spirito, almeno, di non farmi il nesci. Vuole che sia tanto ingenua da credere che un signore come lei, che sta qui a Livorno, che frequenta Pancaldi, non conosca la figlia dell’ammiraglio Sterbini? È come se mi venisse a domandare se la signora Rodocanacchi sia giapponese o russa. Ma le pare? Crede che ci voglia molto ingegno a capire che lei ha smania di attaccare discorso per le vie traverse? Eh, se sapesse! me ne son già capitati dei più furbi di lei. Se ne venga lindo e schietto, senza tanti rigiri di frase.

Massimo rimase un po’ sbalordito, ma pensò: