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giardino, ciarlando a bassa voce, con grande curiosità, sopra quell’avvenimento inatteso che veniva a turbare la vita tranquilla di quel cantuccio di mondo, dove le stesse frequenti sbornie di Gennaro avevano qualche cosa d’innocuo e d’arcadico. Bisogna pur dire, che, per quanto il giardiniere vi si provasse di buona voglia, non fu possibile far capire a Gennaro la faccenda: egli si ostinava a ripetere:

— Non so che questo: non devo lasciar entrare anima viva.

— E se viene il macellaio? il fornaio?

— Non entra neanche Cristo.

— Dunque non aprirai neanche all’ammiraglio?

— Neppure a lui, se prima non me ne dà il permesso e per iscritto.

— Ma la signorina saprà niente, —