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della fanciulla. Il busto si disegnava agile, flessuoso, sotto le pieghe amorevoli d’una vestaglia crème, stretta ai fianchi da una bizzarra cintura montenegrina d’argento, cesellato a ghirigori bizantini.

Bice passava lunghe ore seduta a quella finestra, leggendo con la febbrile curiosità dell’educanda, che nella fantasia intravvede nuovi mondi, e spesso alzando gli occhi e guardando, con fare distratto, al di là della cancellata, coperta di glicine, verso il mare e l’angolo occidentale del Grand Hôtel: pareva che guardasse senza niente vedere, ma sarebbe imprudente giurare che non vedesse assolutamente nulla.

Fu appunto in uno di tali momenti che entrò miss Trollope per domandarle: