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— Non m’intendo di quelle corbellerie.

Quella finestra, con le tende di lampasso, a fiori candidi su fondo d’oro vecchio, era, con la presenza di Bice, un vero delicato quadretto, con una cornice floreale di rose d’Olanda, di gelsomini e d’eliotropi, che diffondevano un profumo soavissimo, tra un insolente cinguettio di passeri e una ridda festosa di farfalle.

Gerard Dow avrebbe speso tre anni di intenso lavoro per fissare, in uno dei suoi piccoli dipinti inarrivabili, ogni minimo particolare di quel vivente e olezzante soggetto.

Sopra lo sfondo del gabinetto, in tenue penombra, risaltava luminoso il profilo di Bice, coi capelli fulvi, prolissi, rialzati e annodati su la nuca, con adorabile negligenza, in una massa dorata,