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non faceva differenza di sorta tra la Danae del Tiziano o la Immacolata del Murillo. Soleva dire:

— Sono tutti santini.

Bice era molto soddisfatta di quel nido: le pareva d’avere quel che una donna, in alto o in basso, ardentemente desidera: una casa sua, ma proprio sua, interamente, un dominio incontrastato, che diventa il suo piccolo mondo, al di là del quale c’è l’indifferenza e il nulla. Quella graziosa scatola di confetti, quasi dimenticata in mezzo al giardino, aveva agli occhi di Bice tutta l’importanza della reggia di Caserta. Sarebbe stata stupefatta, se le avessero detto che la sala del gran Consiglio, nel palazzo ducale di Venezia, era almeno trecento volte più grande di quel saloncino a stucchi, dove metà dello