Pagina:Gandolin - Guerra in tempo di bagni, Milano, Treves, 1896.djvu/69

meno cronica della sua avarizia. Dopo l’andito del portone, una larga invetriata di cristalli opachi metteva in un grande vestibolo, con pochi mobili di legno di noce intagliati, che da una parte aveva la sala da pranzo allegrata di piante e fiori, dall’altra un bel fumoir di stile orientale e l’ampia scala che portava al piano superiore, accanto alla porta, pure a cristalli, che dava nel giardino. Il fumoir era la residenza abituale dell’ammiraglio, che vi aveva radunato tutte le sue memorie marinaresche, e i libri prediletti, tra cui il preferito, le Vite di Plutarco, libro al disopra del quale non c’era che l’affetto per Bice e una lunga pipa olandese che da vent’anni l’ammiraglio circondava di una specie di cura religiosa, con terrore grande di Mario, che aveva