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volta far capolino, sono stato sempre, per quant’è durato il viaggio, affacciato al finestrino. Ci parlammo soltanto qualche minuto alla stazione di Empoli, dove le offersi una limonata.
— E che ti disse di Bice?
— Come? avresti preteso che si parlasse di Bice nella stazione di Empoli? vile egoista! in quel fugace momento, se tu permetti, non ho parlato che di me.
— E come accolse la tua apologia?
— Sorridendo: mi rispose che a Firenze aveva parlato con qualcuno che mi conosce molto bene, ch’ero pieno di onestà e laborioso, ma che avevo anche fama di donnaiolo.
— Non può essere che un amico.
— E una linguaccia.