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ticinque lire, volò più che non corse al Grand Hôtel. Mezz’ora dopo, nella gran sala terrena della palazzina Liberti, l’ammiraglio accarezzava dolcemente la sua bionda creatura, dicendo a Giorgio:

— Malandrino, voi me la rubate!

— Al contrario! — rispose Giorgio, prendendo Bice a braccetto, — ve la restituisco, raddoppiata di tenerezza; avevate una figlia e ora avete anche un figlio che non vi adora meno di lei.

— E così sia! — concluse l’ammiraglio, — questa sarà la tana dell’orso marino: e quello, — aggiunse, indicando lo châlet, dolcemente illuminato dalla luna, sorta allora, — quello sarà il nido dei vostri amori.

E Giorgio, con Bice a braccetto, istintivamente si avviò verso il giardino.