Pagina:Gandolin - Guerra in tempo di bagni, Milano, Treves, 1896.djvu/264

Mario e Prospero in due salti, furono presso Gennaro, che aveva preso una bracciata di piante mentre l’individuo fuggiva, ma Prospero gli sbarrò il passo e quasi lo ricevette fra le braccia, dicendogli sottovoce:

— Signor conte, stia fermo e tranquillo, chè non le sarà fatto nessun male.

Dal fondo del giardino si sentì la voce dell’ammiraglio:

— Ebbene?

— Abbiamo il prigioniero, — rispose trionfante Gennaro, che aveva le mani sanguinanti per innumerevoli punzecchiature di spine.

— Presto, nel cassone! — gridò l’ammiraglio.

Prospero, infatti, conduceva il prigioniero verso il cassone, mormorando