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gera e corta scala a piuoli, ch’era precipitata a terra, rompendo un vaso di camelie. Il fracasso aveva svegliato Gennaro che balzando in piedi, tutto insonnolito, s’era messo a gridare:

— All’armi!

— Senti, — esclamò Prospero, — quest’altro imbecille!

E prima che l’avesse potuto richiamare all’ordine, Gennaro, parendogli una trovata da maestro, aveva dato due o tre colpi alla finestra del fumoir, poi s’era slanciato per i viali del giardino, come un cane alla ricerca della selvaggina.

— Gennaro, vieni qua! — aveva gridato Mario.

— No, venite qua voi altri.... c’è qualcuno.... ecco.... gira dalla parte della serra.... ah! l’ho preso, aiuto!