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di testa, poi se n’andò con una crollatina di spalle che rimediava a tutto, perchè ella era della natura dei gatti.
Eran sonate da poco le dieci, quando Gennaro bussò all’uscio del fumoir.
— Avanti! — fece l’ammiraglio.
— Signor padrone, — disse Gennaro, — c’è un uomo che dice d’aver da consegnare un biglietto in sue mani, della massima urgenza.
— L’hai fatto entrare?
— Signor no: l’ho lasciato in strada col portone chiuso, non si sa mai: fosse un’altra modista!
— Che uomo è?
— Ha un gran cappellone: pare un bagnino: mi ha detto che si chiama Tenebrone.
— Tenebrone! e chi diavolo è? Fallo