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88 | libro secondo |
tempo; ma, per lo costante periodo delle naturali vicende, si può
quasi con certezza affermare che, prendendo il termine medio
di venti anni di raccolte d’oggidi, e quello di altrettanti anni
al tempo di Augusto (data la medesima popolazione e coltivazione
del grano), nel nostro Regno il valore del grano in tempi
cosí distanti tra loro sia stato per appunto lo stesso. Il metallo
al contrario in questo tempo ha sofferta grandissima varietá,
talché una libbra d’oro a’ tempi d’Augusto non eguagliavasi a
tanto grano quanto ora, ma ad assai maggior quantitá. Sicché,
siccome il prezzo del grano si misura sull’oro, cosí il prezzo
di questo bisogna rettificarlo, nelle grandi distanze de’ secoli,
sul grano. Il suo periodo l’oro l’avrá, perché tutto quel, che
è in natura, lo ha; ma quale e quanto e’ sia, per la vasta distanza
di secoli che forse richiede, né si sa, né giova il volerlo
sapere. Adunque, come io ho detto di sopra, una comune misura,
che ha lenta variazione, si può usare quasi egualmente bene che
la stabile, dappoicché questa non v’è. Sono però certuni, anzi
essi sono molti e savi uomini, i quali sonosi persuasí che la
moneta immaginaria sia una stabile e ferma misura, e perciò
la esaltano e glorificano, e di lei sola vorrebbero che si facesse
uso ne’ conti. Altri, forse piú sensatamente, credono che il rame
sia quello, che di tutti i metalli, siccome è il piú basso, cosí
soggiaccia a minori vicende, non crescendone mai l’aviditá o
il lusso né la premura di scavarlo: le quali materie sono degne
della nostra riflessione. Io cercherò adunque sapere se vi sia
maggiore stabilitá nella moneta immaginaria o nella reale; poi
se vi sia utilitá in usare solo certe monete nel conto, e se debbono
esser queste reali o immaginarie; finalmente sará giovevolissimo
scoprire quali e quanti inganni ed ingiuste doglianze produca
la falsa opinione del popolo, che crede la moneta una misura
immutabile e non sente i movimenti di lei.
Se la moneta immaginaria fosse un nome assoluto d’un numero esprimente un’idea di prezzo, e questa idea fosse fissa nelle menti nostre, e tanto da ogni cosa staccata, che a’ movimenti di nessuna non si turbasse, certamente sarebbe invariabile e costante; ma tale ella non è per essere giammai. Perocché,