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capo secondo 87


tutte, è segno evidente che il valore di questa sola, e non di tutte le altre, si è cambiato. Dunque, se, un’oncia d’oro puro valendo o sia essendo eguale a dieci tumoli di grano, a quindici barili di vino e a dodici staia d’olio, si cambiasse poi questa proporzione, sicché un’oncia d’oro valesse venti tumoli di grano, trenta barili di vino, ventiquattro staia d’olio, è certo che l’oro solo è alzato di prezzo, e non si sono sbassati gli altri generi.

Perché, se fosse il solo grano sbassato, si vedrebbe, sì, valere venti tumoli un’oncia d’oro, ma il vino e l’olio non avrebbero cambiato il loro prezzo. Né si può dire che tutti tre siano sbassati; perché una cosí eguale abbondanza in tutto è cosa tanto rara, che si può avere per impossibile. Dunque bisogna concludere che, quando tutto incarisce, e non è questo un momentaneo alzamento né diseguale (perché le guerre, le carestie e le calamitá è vero che producono incarimento, ma questo non è di molti anni, né proporzionale in tutte le cose), la moneta è quella ch’è avvilita; e, quando ogni cosa avvilisce, è incarita la moneta.

Questa conseguenza la reca necessariamente con sé l’essere la moneta la comune misura di tutto. E certamente non è questo senza incommodo, ed è anzi, come io dimostrerò, cagione di gravi abbagli; ma, a volergli evitare, bisognerebbe trovare una comune misura che non soffrisse movimento nessuno. Però questa è piú facile desiderare che poterla rinvenire fralle umane cose. Niente è meno da sperar in questo mondo che una perpetua stabilitá e fermezza, perché questa ripugna intieramente agli ordini tutti e al genio istesso della natura; siccome per contrario niente è piú uniforme all’indole di lei che quel costante ritorno de’ medesimi accidenti, che in un perpetuo circolo, ora piú, ora meno tardo, si ravvolgono infra certi limiti in se medesimi, e quell’infinito, che non hanno nella progressione, lo hanno nel giro. Perciò una misura costante ed immutabile non occorre sperarla né ricercarla. A lei si è sostituita una lenta mutazione e meno sensibile. Or questa disparitá corre tra la moneta ed il grano e gli altri generi piú necessari all’uomo, che il grano soffre mutazioni grandissime nel suo prezzo in assai corto spazio di