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capo primo | 83 |
con cui negozia, e ripigliasela vendendo. Così non v’è bisogno della virtú o fede de’ fondachieri, né della vigilanza del principe, perché non si dissipino i bullettini; ma ognuno si astiene dal dargli, disponendo solo del suo, e, donando la moneta, dona i suoi sudori. E cosí quell’inconveniente, che non è abbastanza frenato dalla virtú nel primo stato supposto, lo è in questo presente perfettamente emendato dall’interesse proprio, la forza del quale è sempre negli animi umani, anche viziosi, inespugnabile. E certamente, siccome le societá ristrette e scelte, in cui gli uomini non nascono, ma si ricevono adulti, sono felicissime, se si fondano sulla sola virtú; cosí le nazioni e i regni avranno governo ruinoso e vacillante, se la virtú, che lo sostiene, non sará congiunta coll’interesse mondano, non potendosi i vasti corpi da’ cattivi germi, che vi nascono, purgar pienamente.
Io mi accorsi ancora che que’ bullettini dati al principe, per cui conveniva che tutti lasciassero qualche porzione di fatiche gratis, erano i dazi e i tributi: non essendo questi altro che una parte delle fatiche di tutti messa in comune e ridotta in moneta, la quale il principe distribuisce; e questi sono i salari e le spese ch’egli fa. Infine ogn’incommodo, che i bullettini, di qualunque materia si facessero, aveano, gli ha emendati la moneta di metallo. In lei la qualitá, il conio e la struttura assicurano dalla frode de’ privati, e la intrinseca valuta ci assicura dall’abuso, che mai ne potesse fare il principe; essendoché, se la materia non contenesse tutto il valore che ha la moneta, come se di cuoio o di carta si facesse uso, il principe potria stampare un numero eccessivo di bullettini; e questo solo dubbio ch’egli potesse farlo basta a toglierne o diminuirne la fede e troncarne il corso. Ma la materia della moneta altri che Dio non può moltiplicarla, ed a volerla scavare o far venire d’altronde vi corre tanta spesa, quanto ella poi vale, e cosí non v’è guadagno ad accrescerla; e questa è la grandissima importanza che la moneta sia fatta d’un genere, che tutto il valore lo abbia naturale ed intrinseco, e non ideale.
Frattanto, senza ch’io piú mi allunghi, sviluppino i miei lettori queste considerazioni, e vi troveranno entro una bellissima