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80 | libro secondo |
ordinare che ciascuno lavori e si affatichi e riponga la sua opera in magazzini aperti e comuni, ne’ quali possa trovar riposto da altri artefici tutto quello che a lui bisogna e prenderselo a suo piacere; mentre il poltrone allora, defraudando il pubblico della sua opera, vivrebbe ingiustamente delle altrui fatiche. Inoltre non vi sarebbe modo d’arricchire né d’impoverire: onde l’industrioso, non movendolo lo sprone del guadagno, meno faticherebbe; il pigro, sperando negli altrui sudori, o poco o nulla affatto; e finalmente anche i virtuosi vorrebbero vivere con maggior lautezza che non si conviene alla condizione della loro arte. Perché noi vediamo che, per la diversa eccellenza dell’esercizio, diversamente guadagna il mercatante e il contadino, e perciò l’uno lautamente, l’altro parcamente vive. Ma in quest’ordine di vita comune tutti vorriano viver bene del pari, e perciò quest’ordine non si può mantenere. Per emendar questo adunque, io pensai che si potea far cosí.
Potrebbe tenersi conto di quanto ciascuno fatica, e poi, secondo quel ch’egli coll’industrie sue giova alla societá, dovrebbe delle altrui partecipare, e non piú. Quindi si dovrebbe costituire che ognuno, che porti i suoi lavori al magazzino, ne ricevesse un bullettino concepito in questi termini: «Che il tale ha rimessa ne’ magazzini pubblici tanta quantitá di tale roba, diciamo per esempio cento paia di scarpe, per lo valore delle quali resta creditore sulla societá». Si dovria indi stabilire che niuno potesse toccar nulla da’ magazzini senza presentare qualche bullettino di suoi crediti, e niente prender piú di quel che importi il valore e la quantitá di questo suo credito; pareggiato il quale con aver presa roba equivalente, dovria lasciare o lacerare il bullettino. Inoltre, conoscendo quanto incommodo saria se nel bullettino si esprimesse solamente il dritto, che uno ha acquistato di provvedersi di un solo genere di cose, dicendo per esempio che colui, che ha immesse le cento paia di scarpe, meriti perciò di esiggere mille libbre di pane, e non altro, sicché questo bullettino al solo magazzino del pane fosse accettato; vidi che bisognava che sulle porte di tutti i magazzini si ricevessero liberamente i biglietti, sicché ognuno si potesse di quanto mai