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capo terzo 49


Non si può adunque in altra maniera con sicurezza conoscere qual sia il giusto prezzo dell’oro, che chiedendo quanto egli comunemente vale rispetto a tutte le altre merci. Ma a me è necessario, non trapassando que’ principi, che nel capo antecedente ho fissi, arrestarmi un poco piú sul valore de’ metalli, e dimostrare l’altra importantissima veritá, che i metalli, sí riguardo all’uso che se ne fa, sí riguardo allo struggimento, hanno valore assai piú come metalli che come moneta; onde si potrá concludere che usansi per moneta perchè vagliono, e non vagliono perchè usansi per moneta. Il che mi giova a stabilire solidamente quel valore intrinseco, sopra cui ogni veritá di questa scienza è edificata. Io mostrerò adunque quanta sproporzione sia tra il metallo usato in moneta e quello che no; e apparirá che i principi, onde si forma il prezzo, nascono da quest’uso assai piú che da quello. A ciò fare, è necessario un calcolo aritmetico.

Io penso che il nostro Regno solo abbia d’argento (tralascio l’oro per maggior facilitá del computo) ventisei milioni di ducati. Uso questa voce di «ducato» come d’un peso, essendo noto che quindici ducati e sei decimi eguagliano una libbra nostra di puro argento. Avrei potuto fare il computo in libbre, ma è sempre meglio usar voci piú note e idee piú chiare. Le cause di questa mia opinione sono queste. In Napoli, cittá ricchissima di metalli, sono le chiese tutte singolarmente ripiene di argento. Il tesoro della cappella di san Gennaro ha sopra centomila ducati di argento, molte chiese oltrepassano i sessantamila, e almeno cinque o sei ne hanno sopra quarantamila; ma de’ soli utensili piú necessari, quali sono i calici, le patene, gl’incensieri, ecc., si può far questo conto per vederne la quantitá numerosa. Sono in Napoli trecento e quattro chiese e sopra cento e dieci altre cappelle, confraternite e congregazioni, tutte a dovizia ben corredate: in queste sopra duemila altari benissimo guarniti vi si hanno a numerare. Da tutto questo io m’arrischio argomentare che in tutto tre milioni di ducati in argento sia in Napoli alla pompa sacra consegrato. Nelle private case s’io dico che cinque milioni ve n’abbia, dirò forse meno che piú del vero: perché