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capo secondo 43


l’abbondanza si cambia improvvisamente per cagione esterna senza opera dell’uomo, ma per l’ordine delle stagioni. In questi generi il prezzo siegue la raritá; e, siccome gli uomini posseggono ineguali ricchezze, cosí a un certo grado di ricchezze corrisponde sempre la compra di certe comoditá. Se queste avviliscono, anche chi è nell’ordine inferiore della ricchezza le compra: se incariscono, coloro, che prima usavanle, cominciano ad astenersene. E questo da una bella osservazione è comprovato. Nel regno di Napoli si consumano a un di presso quindici milioni di tumoli1 di grano l’anno in tutto, quando la raccolta è buona. S’ha per esperienza che, quantunque alle volte in anni di grandissima fertilitá si sieno raccolti fino a sei e sette milioni di tumoli sopra l’ordinario, pure non mai n’è uscita quantitá maggiore d’un milione e mezzo; né quello, che si è serbato, è stato molto piú d’altrettanto. Per contrario, negli anni di sterilitá è certo che non si è raccolto alle volte piú di otto milioni; e pure né piú d’un milione di fuori si è mai recato a noi, né quello, che avevamo serbato dagli anni anteriori, giungeva a due milioni, e tanto ha bastato a non soffrir la fame. La ragione di questo è: che negli anni di abbondanza incomparabilmente piú grano si mangia, si strugge e si semina; nelle calamitá meno. Perciò i limiti del consumo sono piú fissi sul prezzo che sulla misura de’ tumoli, dovendosi dir, per esempio, cosí: «il Regno consuma ogni anno tredici milioni di ducati in grano sia che con questa somma se ne comprino quindici o soli dieci milioni, è sempre lo stesso.

Que’ generi poi, che non soggiacciono alla varietá delle raccolte, altra cagione estrinseca non hanno, onde cangiare la raritá, che la moda. Ma i metalli preziosi e le gemme per la loro sovrana bellezza non sottopongonsi ai capricci di questa né a quella delle varie raccolte; e perciò piú d’ogni altro hanno prezzo costante. Alla varietá della raccolta però soggiacerebbero, nella scoperta di mine piú abbondanti, come fu nello scoprirsi dell’America; e cosí avvenne che se ne scemasse il valore. Perciò

  1. Il tumolo è una misura equivalente a tre piedi napoletani cubici meno una cinquantesima parte.