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nota 375


meglio che ritornare alla teoria del valore formolata dal G.1: e a codesta teoria finalmente è dato il posto di onore da quanti economisti nazionali e stranieri si sieno occupati, tanto dal punto di vista teorico quanto da quello storico, del medesimo problema2.

Era ovvio, dunque, che la Moneta trovasse accoglienza nella collezione degli Scrittori d’Italia. Nel riprodurla, abbiamo seguita naturalmente la seconda edizione; introducendo in questa nostra ristampa le consuete modifiche grafiche e di punteggiatura comuni a tutta la raccolta; integrando o aggiungendo qualche citazione nelle note a piè di pagina; correggendo qualche evidente errore di stampa3 e qualche lapsus calami nei calcoli aritmetici; rivedendo sui testi originali parecchi passi di scrittori sia greco-latini sia moderni, che il G. aveva riferiti con non soverchia diligenza; e adottando infine qualche modifica di indole tipografica, che non vai nemmeno la pena di specificare.



  1. Cfr. Augusto Graziani, Storia critica delle teorie del valore in Italia (Milano, 1889), pp. 97-111, in cui codeste derivazioni vennero messe per la prima volta in rilievo, e che resta sempre il migliore studio che si sia scritto ritorno alla Moneta.
  2. Per la restante bibliografia critica sulla Moneta, senza accumulare altre citazioni, rimando al Saggio bibliografico, pubblicato in appendice al volume Il pensiero dell’abate G. cit., p. 424, da compiersi con le altre notizie da me date in Giorn. stor. della lett. ital., lxii, 442-4.
  3. Una correzione non ho osato fare, ed è lo «stranissimo» di p. 340, r. 16, che sta evidentemente per «rarissimo». Forse è parola del gergo finanziario napoletano del tempo.