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note aggiunte nella seconda edizione 329


Ma non deve tacersi esser nel popolo tanta l’ignoranza della materia della moneta, che moltissimi sono persuasí che in non accettare somiglianti progetti il sovrano abbia sagrificato un suo profitto al bene de’ suoi vassalli, quando la cosa è intieramente al rovescio. Col diminuire il valor intrinseco delle monete (come io ho dimostrato in tutto il libro terzo), si diminuiscono in fatti, benché non in voci, le rendite del sovrano che esigge, si alleggeriscono i dazi del popolo che paga. Sicché, con diminuire del terzo il valore intrinseco del rame, avrebbe tra pochi anni il re, per lo piccolissimo e disprezzevole profitto di poche migliaia di ducati, perduto in realtá la rendita di un milione e mezzo di ducati annui, non giá perché non avrebbe esatto la stessa somma di ducati che ora riceve, ma perchè, incarendosi ogni cosa, con questa tal somma non avrebbe potuto fornire agli stessi bisogni dello Stato.

Ora mi si domanderá come sia avvenuto che il popolo si opponesse all’alleggerimento de’ suoi dazi. Ciò, se sembra dapprima maraviglioso, è facile a spiegare. Sa il popolo che, se al sovrano si diminuiscon le rendite, è forzato ad impor nuovi dazi per ripienarle. E quanta scossa dia all’intero Stato ogni nuovo dazio, non è di bisogno che qui si dica.

XIV

(p. 21, r. 8)

La moneta d’argento, che si batteva in Napoli fin dal nuovo zeccamento fatto dal marchese del Carpio, era di undici once di puro a libra. Su questo piede si è battuta fino al 1735, quando, cominciandosi a battere le nuove monete coll’impronto del Sebeto giacente a vista del Vesuvio e la leggenda «De socio prínceps», si battettero di once dieci e sterlini 18, due sterlini meno delle once 11, sebbene avesse il re con suo dispaccio ordinato che si battesse la moneta dello stesso peso e lega dell’antica, mutando solo il conio.

A’ 6 ottobre 1747, essendosi andato a far i soliti saggi e trovatasi la moneta di once dieci e sterlini 18, si protestò la deputazione e non volle far la liberata alle monete coniate. Si fece rappresentanza al re sotto il dì 7 ottobre, con esporgli che, oltre