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320 note aggiunte nella seconda edizione


parte dell’antico. Cosicché equivale alla diciottesima parte dell’oncia. La proporzione trall’argento e l’oro è mutata a segno, che, laddove era allora poco piú del dieci all’uno, ora è del quindici ad uno. Infine la maggior copia, e quindi l’avvilimento, de’ metalli preziosi è stata tanta dopo la scoperta dell’America, che, secondo le ricerche che io ho potuto farne, la quantitá dell’oro si è triplicata, quella dell’argento si è quadruplicata tra noi. Perciò il soldo di san Tommaso fu da me ragguagliato a sessanta ducati il mese attuali o poco meno. Né arrechi maraviglia un cosí grosso salario, e neppur credasi essere stato straordinario e concesso solo alla di lui somma e singolare dottrina, poiché noi abbiamo dagli stessi registri che in quel tempo a Giovanni di Casa Miczola (villaggio dell’isola d’Ischia), professor di medicina, davansi venti once l’anno, e venticinque al professor di dritto canonico. Ma erano in que’ tempi i maestri delle scienze in altissimo pregio, e per la raritá loro erano con larghissime mercedi condotti, ed invitati anche talvolta da lontani paesi.

Sicché, concludendo, dico che la giá detta di sopra mi pare esser oggi l’equivalenza morale tralla moneta attuale e le once d’oro de’ tempi di Carlo primo, che nel capitolo Ad hoc si prefiggono per misurare la gravezza della pena de’ furti, determinandosi che un furto di sotto all’augustale sia punito colla fustigazione e sfratto dalla provincia; trall’augustale e l’oncia, coll’amputazion della mano; dall’oncia in su, colla morte. Coloro, che sonosi ora impegnati nell’indagamento di questa proporzione, ricerca trascurata e non riflettuta da tutti gli antichi giuristi, commentatori e glossatori della legge, accolgano con amichevole animo l’indicazione ch’io qui vengo a dar loro: che, secondo me, dovrebbe quell’oncia valutarsi oggidí per cinquantaquattro e forse anche per sessanta ducati, e l’augustale per la quarta parte della suddetta somma. Sia almeno la mia opinione oggetto e scopo delle loro dotte ricerche per confirmarla o per combatterla e confutarla.

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(p. 90, r. 3 dal basso)

Questo mio pensiere sul modo da tenersi per trovar un valor fisso ed universale sembrò oscuro a moltissimi lettori, e lo era infatti anche in me, come dal tenore del mio dire si comprende.