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304 libro quinto


che è un prezzo d’affezione dato alle preziose monete; tantocché chi le porta al cambiatore ne riceve il premio e l’alagio, lungi dal pagare alcuna cosa a lui per la sua pena. Potrá ad alcuno muover dubbio che il valor naturale contrario agli statuti del principe possa entrare a parte nel computo del valore di due monete, quando il cambio si fa da due sudditi d’uno stesso sovrano. Ma ella è cosa certa e veritá generale che chi domanda altrui ciò che non è dalle leggi ordinato, s’ei l’ottiene, è giusto che lo paghi. Cosí, non potendo la legge costringer alcuno a cambiare, o non si troverá chi cambi, o non si potrá dare una moneta men buona ed averne una buona, la quale liquefatta vaglia piú che non è stata pagata. Simile è il cambio tra monete di diverso principe, quantunque d’uno stesso metallo, solito darsi ne’ confini d’uno Stato, quando in uno non è dato corso alle monete dell’altro. La regola di esso è l’intrinseco valore, o sia la quantitá del metallo delle due monete; senza di che, l’uno Stato potrebbe talvolta asciugare tutta la moneta dell’altro. Questi cambi sono detti «naturali» o «puri» e talvolta anche «minuti».

Ma piú frequentemente è detta «cambio» la permutazione del danaro presente coll’assente, osia una cessione d’un credito che un uomo fa ad un altro, mediante un foglio, detto «lettera di cambio». Sicché il vero cambio mercantile suppone tre persone: un debitore, un creditore ed uno a cui è ceduto il credito. Quando delle tre persone non ve n’è di reali altro che due, il cambio diventa finto; e si fa o per esprimere un debito con lettera di cambio per godere delle prerogative che a queste carte obbligatorie ha concedute la legge, o si fa per nascondere un mutuo con usura, ed allora si dice «cambio secco».

Ritornando ora a discorrere sopra il vero cambio, primieramente è chiaro non potersi dar cambio senza credito: dunque quel luogo, ove sono molte e grosse offerte di lettere, conviene che sia creditore degli altri. A voler poi conoscere i principi e le cause donde viene la spessa mutazione del prezzo del cambio, o sia di quel soprappiú apparente aggiunto al peso