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capo primo 23


Ecco una breve narrazione degli accidenti vari della moneta. Resterebbe solo a dire del valore delle monete, che sonosi in ogni tempo usate. Sulla quale laboriosa impresa è incredibile quanto da’ grandi ingegni siasi sudato; e principalmente si sono gli eruditi umanisti affaticati molto per intelligenza delle antiche opere sulla moneta de’ greci e de’ romani. Il Budeo, il Gronovio, il Sardi sopra gli altri si distinguono. Ma è maraviglioso ed appena credibile che tanti grandi ingegni mostrino non essersi avveduti del tempo e dell’opera che hanno essi dissipato inutilmente. Altro è il sapere quanto pesano le antiche monete, altro quanto vagliono. Il peso è facile il saperlo, perchè molte antiche monete ben conservate si custodiscono da noi: ma il valore è il ragguaglio della moneta colle altre cose; giacchè, siccome le altre cose tutte sono sulla moneta valutate, cosí la moneta sulle altre cose si misura. Questa misura non solo in ogni secolo, ma quasi in ogni anno varia. Lo stesso «as» d’un’oncia a’ primi tempi della prima guerra punica valea diversamente che a’ tempi di Cesare; perchè a’ tempi della guerra punica si sará con un «as» comprato quel che appena con quattro avranno potuto i soldati di Cesare comprare.

Così ne’ secoli a noi più vicini il fiorino d’oro fiorentino è stato sempre del peso d’una dramma, ossia dell’ottava parte d’un’oncia d’oro puro; ma pure mille fiorini, che Giovanni Villani nomini, sono troppo diversa cosa da mille fiorini d’oggidi, quanto al valore. Sono dunque da ridere que’ moderni storici, che, riducendo i talenti e i sesterzi antichi a lire di Francia o a nostri ducati secondo l’uguaglianza del peso, credono aver fatto intendere a’ loro lettori lo stato delle cose, come erano in mente allo storico coetaneo. Per sapere all’ingrosso il valore delle monete son buone queste cognizioni; ma piú giova il leggere quelle descrizioni, che ci dipingano gli antichi costumi. Vero è che gli storici, quasi contenti d’aver valutati i prezzi colle monete del loro tempo, non curano tramandar queste notizie che io dico, come a dire di scrivere quale fosse a’ tempi loro il valore del grano, del vino, degli operari; ma pure talora inavvertentemente ce lo hanno lasciato scritto: e queste sparse notizie bisogna andar