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capo quarto 282


mosso da piú saggia curiositá, volle misurare quanta terra occupavano tutte le colonie e gli stabilimenti olandesi, que’ d’America, della costa di Guinea, del Capo, l'isole di Ceilan, di Iava, di Borneo, le Molucche, ed infine ogni cosa. Ad esse aggiunse le terre di tutti que’ principi tributari, o cosí congiunti che dipendano interamente da loro; e si trovò che tanti Stati, uniti alle Sette province, erano assai maggiori della Francia. Adunque i Paesi bassi olandesi non sono la repubblica, ma il mercato di lei. La repubblica è sparsa per tutto l’universo, ed una gran parte n’è vivente perpetuamente sullo stesso mare. Ora chi riguarderá che l’ingrandirsi uno Stato colla vendita delle merci sue natie è pregio dell’agricoltura, non del commercio, e poi avvertirá a quante merci nate in terreni olandesi ei consuma; troverá che l’agricoltura è la madre delle ricchezze. Dopo l’agricoltura è la pesca, altro fonte di merci e di ricchezze; ed infine è la caccia, dalla quale molte nazioni, come è la moscovita, traggono gran frutto. Tutto il resto è piccola cosa.

Sicché quel commercio, di cui piangiamo noi la perdita e ce ne incolpiamo, lo riacquisteremo, scoprendo nel Mediterraneo qualche luogo ripieno di balene, qualche lido d’aringhe o qualche banco di merluzzi, e quando, tagliato lo stretto di Suez, anderemo prima degli altri all’Arabia ed all’Indie, e saranno nostre le Molucche, Ceilan, Batavia e il Capo.

Io non dico che presso di noi il commercio non possa ricevere grandissimi miglioramenti; e dalla presenza d’un principe virtuoso molto è da sperare e molto giá si comincia ad ottenere. Ma convien esser persuaso che il commercio senz’aumento d’agricoltura (perché di pesche e di cacce non ne abbiamo alcuna) è uno spettro e un’ombra vana. E, sebbene il commercio e l’agricoltura sieno concatenati insieme in guisa tale, che ciascuno è effetto insieme e cagione dell’altro, pure, riguardando piú attentamente, si troverá esser anteriore sempre l’agricoltura al traffico; perché il florido commercio viene dall’abbondanza de’ generi superflui, e questa dall’agricoltura, la quale è fatta dalla popolazione, la popolazione dalla libertá, la libertá dal