Pagina:Galiani, Ferdinando – Della moneta, 1915 – BEIC 1825718.djvu/284

278 libro quarto


loro è in tutte simile, e si potrá comprendere colla descrizione di quella del banco di San Giorgio di Genova, che si può dire la prima di tutte, fatta dall’illustre secretano fiorentino.


Poiché i genovesi — dic’egli1 — ebbono fatta pace con i vineziani dopo quella importantissima guerra, che molti anni addietro era seguita intra loro, non potendo sodisfare quella loro repubblica a quelli cittadini, che gran somma di danari avevano prestati, concesse loro l’entrate della dogana, e volle che secondo i crediti ciascuno per i meriti della principal somma di quelle entrate participasse, insino a tanto che dal comune fussero interamente sodisfatti. E, perché potessero convenire insieme, il palagio, il quale è sopra la dogana, loro consegnarono. Questi creditori adunque ordinarono tra loro uno modo di governo, facendo un Consiglio di cento di loro, che le cose publiche diliberasse, e uno magistrato di otto cittadini, il quale come capo di tutti l’eseguisse; e i crediti loro divisono in parti, le quali chiamarono «luoghi «, e tutto il corpo loro di «San Giorgio «intitolarono. Distribuito cosí questo loro governo, occorse al commune della cittá nuovi bisogni, onde ricorse a San Giorgio per nuovi aiuti, il quale, trovandosi ricco e bene amministrato, lo potè servire; e il commune all’incontro, come prima gli aveva la dogana conceduta, gli cominciò, per pegno de’ danari aveva, a concedere delle sue terre; e in tanto è proceduta la cosa, nata dai bisogni del commune e servigi di San Giorgio, che quello si ha posto sotto la sua amministrazione la maggior parte delle terre e cittá sottoposte all’imperio genovese, le quali e governa e difende e ciascuna anno per pubblici suffragi vi manda suoi rettori, senza che il commune in alcuna parte se ne travagli. Da questo è nato che quelli cittadini hanno levato l’amore dal commune, come cosa tiranneggiata, e postolo a San Giorgio, come parte bene ed ugualmente amministrata; onde ne nasce le facili e spesse mutazioni della Stato, e che ora ad uno loro cittadino, ora ad uno forestiero ubbidiscono; perché non San Giorgio, ma il commune varia governo. Talché, quando intra i Fregosi e gli Adorni si è combattuto del principato, perché si combatte lo stato del commune, la maggior parte de’ cittadini si tira da parte e lascia quello in preda al vincitore. Né fa

  1. Machiavelli, Ist. fior., viii, 29 (Opere, Firenze, 1853, 1. 410 1). [Ed].