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capo quarto 268


Hanno tutte queste carte avuta origine o da deposito o da imprestanza fatta o da unione di societá; donde sono nati i banchi, le rendite dette da noi con voce spagnuola «arrendamenti» e le compagnie.

Cominciarono i banchi dapoiché gli uomini per esperienza conobbero non essere i tre metalli bastanti a’ grandi commerci e a’ grandi imperi, essendoché lo stess’oro, divenuto vile in confronto de’ prezzi di molte merci, dava incommodo grande e pericolo ad essere trasportato e trafficato. Quindi, secondo la varietá de’ costumi, variamente si dètte compenso a sí fatto bisogno. Dovunque era governo giusto ne’ principi e virtú ne’ popoli, si pensò a rappresentar la moneta con segni, che, senza avere alcun valore intrinseco, fussero però impossibili o almeno difficili a contraffarsi. Dove la tirannia e la mala fede non permisero che si potesse riguardar come certa la possessione, qualora si possedeva un pegno sicuro della cosa pregiata, fu d’uopo appigliarsi a’ corpi che contenevano un valore intrinseco tanto maggiore dell’oro, che in piccolo sito restringessero un grandissimo prezzo. Tali sono le gemme. Perciò in Oriente, dove non sono né banchi né sicuri mercanti, usansi le gemme come monete, e que’, che fra noi sono mercatanti di banco, ivi sono gioiellieri. Ne’ viaggi portansi gemme, come noi portiamo lettere di cambio; e finalmente si può dire che usino le gemme piú per moneta che per ornamento: conoscendosi ognora piú vero ciò che nel primo libro ho dimostrato, che la somma sicurezza è nel valore intrinseco, e il prezzo e la stima è dagli uomini conceduta alla bellezza delle produzioni naturali. Sarebbe intanto un tal costume tollerabile in uno Stato, s’ei non contenesse il danno gravissimo delle vaste quantitá di merci che conviene mandare ne’ regni, ove raccolgonsi le gemme, a comperarle; e perciò è pregevolissimo frutto della virtú che la sola fede dia valuta e tramuti in moneta preziosissima un foglio che non costa niente.

I primi banchi erano in mano de’ privati, presso a’ quali depositavasi il danaro, ed erano da essi date le fedi di credito e tenuti quasi que’ regolamenti stessi, che usansi oggi ne’