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capo quarto 266


ogni comunicazione esterna, è convenuto dispensare a’ soldati, invece di moneta, segni e promesse certe di pagamento, subito che le angustie dell’assedio si fossero sgombrate. Di tali monete le piú antiche, che si conservino, furono coniate dentro Pavia e Cremona, assediate da Francesco primo nel 1524 e nel 1526. Ne furono poi battute in Vienna, stretta da Solimano secondo, e da’ veneziani, cinti d’assedio in Nicosia, capitale di Cipro, nel 1570, da Selimo secondo. Finalmente nelle ostinate e calamitose guerre della Fiandra divennero frequenti, non meno per la lunghezza degli assedi sostenutivi che per la mancanza del danaro quasi continua nell’un campo e nell’altro; e furono tantoppiú volentieri accettate da’ soldati, quanto il furore e l’ostinazione facea gradire ogni estremo consiglio piú che la concordia o la servitú.

Contro a ciò che ho detto di tali monete, ch’esse non possino usarsi fuorché per poco tempo, si potrá opporre l’esempio delle colonie inglesi d’America, dove corre da moltissimi anni solo moneta di carta, senza che ne sia diminuita la stima. Siccome un fatto tale è stranissimo, merita essere prima dimostrato vero, e poi spiegatane la cagione. Nella Relazione del viaggio all’America meridionale, libro terzo, capitolo nono1, si narra di Boston e della Pensilvania che:


essendo queste colonie cosí grandi, ricche e popolate, pure non usano monete di metalli, ma di carte di figura simile alle monete ordinarie. Sono fatte di due pezzetti di carta rotondi, attaccati insieme e sigillati coll’armi dell’Inghilterra; e di sì fatta guisa sono tutte le monete dal piú basso sino al massimo valore; e con esse si traffica, senza aver bisogno né d’argento né d’oro. Secondo poi si consumano o si rompono, evvi un luogo, che è quasi la loro zecca, ove s’improntano le nuove, e sono poi in ogni cittá o terra altri luoghi, ove si distribuiscono, permutandosi le nuove con le

  1. Un tal viaggio, fatto dagli accademici delle scienze di Parigi, accompagnati da due dottissimi spagnuoli, per la misura del meridiano, è stato scritto dal signor don Antonio de Ulloa: e, siccome egli fu al ritorno fatto prigioniere dagl’inglesi e condotto a Boston, ci dá la descrizione anche di cotesto luogo.