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262 libro quarto


medesimi, si può dire che il commercio sia del principe e che egli se medesimo assicuri. Oltre a ciò, la vita de’ repubblicani è piú frugale, come quella di coloro, che, non avendo l’esempio del sovrano e della reale famiglia, che ispiri fasto e magnificenza, sono meno incitati a spendere, e talor anche per legge forzati a vivere con modi umili e parchi, talché non richiamino l’ammirazione e l’affetto, sempre pericoloso, della moltitudine. Ma a guerreggiare, essendo il movimento delle repubbliche lentissimo, elle sono pigre, e perciò disadatte assai; e, quantunque si possa addurre in contrario l’esempio della repubblica romana, chiunque avrá considerata la forma di quel governo, conoscerá essere stata Roma non una repubblica, ma un campo di soldati; come ne’ tempi piú a noi vicini sono stati i mammalucchi, gli arabi sotto i califi e i sultani, i tartari sotto Jenghiz-kan e i turchi; e perciò il loro commercio erano le prede, e l’arti loro la strage. Ma tutte l’altre repubbliche o non hanno acquistato, o (come è stato de’ veneziani ne’ tempi de’ nostri padri) col danaro hanno raccolte le milizie, nutrite le alleanze, occupate le terre, vinte le giornate e fatte le paci. Nel modo stesso, fuorché con minore prudenza, le altre cittá italiane sonosi governate; e quelle terre, che aveano acquistate con l’oro, non le hanno poi sapute difendere col ferro.

Ora, ritornando al primo discorso, quando i cittadini per le sopraddette cagioni sono straricchiti e i confini dello Stato non sono ampliati, volendo essi ritirare quel danaro che nel commercio correva e (sia che l’etá avanzata o la stanchezza dagli affari ve gli spinga, o che vogliano stabilire le ricchezze della famiglia loro ed assicurarle dalla minoritá o dalla amministrazione donnesca o dalla prodigalitá degli eredi) ricercano fondi stabili, ne’ quali possano convertirlo, se la patria non ne offre alcuno disoccupato, è inevitabile che sieno acquistati quelli de’ principati convicini.

S’inganna però chi crede potersi da tale derivazione di ricchezze nuocere al commercio e impoverirlo. Esce, è vero, il danaro da’ canali del commercio, ma n’esce a guisa d’inondazione e di piena, quando la strettezza del letto del fiume non