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18 | libro primo |
Il che non sarebbe stato, se, come usarono i romani di alzare
la moneta, l’avessero anche sbassata. Ma essi, sostenendo sempre
il valore una volta alzato, costrinsero poi le merci ad avvilirsi,
quando la moneta ritornò a scemare. Da questa povertá vennero
gli ordini del governo di questi secoli, e principalmente le leggi
feudali, il vassallaggio, la schiavitú, le pene pecuniarie, i censi,
le decime, e altri simigliami costumi. Perchè non potevano i
sovrani ed i padroni altrimente riscuotere i dazi che in servizi
personali o in frutti della terra.
In questo stato, travagliandosi gli uomini, struggendosi e saccheggiandosi tra loro, fino al secolo decimoquarto vissero miseramente. Tanto è vero che l’aviditá nostra, quando turba gli ordini del governo, c’impoverisce tutti senza arricchire alcuno; ma, se sotto i civili regolamenti sta frenata, è cagione onde gli Stati s’arricchiscano e si aumentino in forza ed in felicitá. Quindi è che nel decimoquinto secolo, prima ancora della scoperta dell’Indie, piú regolatamente cominciando a viversi in Europa, l’oro e l’argento tornarono ad apparire in maggior quantitá.
Ma, pervenuti gli anni della nostra Redenzione al numero di millequattrocentonovantadue, Cristoforo Colombo genovese con navi spagnuole avendo scoperta la Nuova India, e i portoghesi nel tempo istesso nella costa della Guinea e dell’Oro inoltratisi a trafficare, apersero nuova strada, onde vaste quantitá d’oro e d’argento potesse l’Europa acquistare. In pochi anni si trasse dall’America tutto quel metallo, che in tanti secoli aveano gl’indiani raccolto; e quanto grande questo fosse, si può appena colla mente concepire. Fu allora che, aperto il campo all’industria de’ sudditi e all’aviditá de’ principi, senza piú spogliarsi l’un l’altro, sperarono tutti potersi arricchire. Cosí, a’ pacifici pensieri rivolto l’animo, si cominciò ad impiegar que’ tesori, che prima in armi e in guerre struggevansi, alla edificazione di navigli, di colonie, di porti, di fortezze, di magazzini e di strade. Quella gente, che prima per tentar la sorte nella guerra assoldavasi, allora tutta sul mare, a viaggi, scoperte e conquiste del nuovo mondo, si rivolse con incredibile fervore. Lo che, siccome agl’indiani innocenti portò saccheggi, schiavitú, stragge