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capo primo 231


certi confini di veritá, ne’ quali bastantemente sono in istato di tirar quelle conseguenze che m’importa ricavare.

Imprima è certo che il consumo totale del nostro Regno è incirca uguale al pieno de’ suoi prodotti. Perocché, sebbene moltissimi generi vengano di fuori a consumarvisi, molti de’ natii ne vanno. E, senza curar di sapere a quanto ascendano, è certo dagli effetti che le due valute sono incirca eguali, giacché il Regno non s’arricchisce né s’impoverisce strabocchevolmente; de’ quali effetti l’uno o l’altro è inevitabile, quando v’è gran disequilibrio tra l’ingresso e l’emissione. Bastaci dunque sapere quanto noi consumiamo in un anno. Un uomo, per povero che sia, non può in alcuna parte del Regno vivere con meno di venti carlini il mese, quando si dovessero ridurre a prezzo e la pigione della casa, in cui vive, e tutto quel, che, vestendosi o nutrendosi colle proprie mani, si risparmia, e tutto quello ancora che senza denaro ei ricoglie, come sono le piccole industrie de’ contadini, di galline, uova, cacciagione, legna, viveri, frutti freschi ed altro. Ognuno vede che io mi metto di sotto al vero. In Napoli non si può vivere con meno di sei ducati; e chi vive con meno, o ha il vitto o le vesti o l’abitazione da altri pagata. È noto intanto che molti per se soli spendono fino a quindici e venti ducati il mese, ed èvvene chi ne consuma a vivere cinquanta o sessanta. Né questo, ch’io dico ora, sembri poco: perché i gran signori il piú lo spendono a dar da vivere a chi serve loro, e questo denaro io giá lo vengo a computare nella spesa di costoro; e perciò nemmeno de’ dazi pubblici parlo, mentre è tutto compreso nella spesa di coloro che vivono di soldi e mercedi del sovrano. Sicché un termine mezzo, stante l’assai maggior numero de’ poveri che de’ ricchi, sarebbe di un sette o al piú di un otto ducati per uomo il mese. Ma, riguardando che le donne vivono con meno che gli uomini; i fanciulli consumano pochissimo, e pur sono la quarta parte del genere umano; e finalmente avvertendo che io parlo qui della spesa che produce consumo, e non di quella che arricchisce un altro, quale è il giuoco, il dono, i salari; credo poter fissare la spesa d’ogni uomo ragguagliata a quattro ducati il