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capo quarto | 217 |
Siccome la legge è generale, chi non ha biglietti soffre perdita al pari di chi ne ha; nel tempo che il pagamento de’ biglietti è un debito privilegiato dello Stato, soprattutto dopo tante riduzioni fattene, che ha da esser soddisfatto dal re solo.
Ciò che espose il parlamento è vero, ma, non potendo alla gran mente del duca esser ignoto, fu imprudenza svelarlo alla moltitudine, a cui era espediente non farlo chiaramente percepire. E infatti che ne potea dedurre il parlamento? che il duca d’Orléans ne’ suoi studi chimici avesse dovuta trovar l’arte di far l’oro? Se le rendite regie, come era noto al parlamento, non bastavano a pagar tanto debito, qual altro consiglio v’era, fuorché non pagarlo? E come potea farsí che ciò non fusse danno de’ creditori? Il parlamento non volea nuovi dazi, e sarebbe stato dannoso il porgli sui sudditi poveri per pagare i ricchi sudditi e non pochi stranieri. Dunque quanto si facea doveva esser tutta finzione di pagamento cosí ben condotta, che ne cadesse il danno sopra tutti, acciocché per ciascuno divenisse minore. Il mostrare, perciò, che l’alzamento cadea sopra tutti, è dirne un pregio, non un difetto. Voler che il re solo paghi i biglietti, è dire una grandissima impertinenza; mentre il re solo, senza autoritá di porre dazi, quale il parlamento lo volea, è il piú povero della Francia, se non mette mano a vendere i mobili suoi preziosi. Che se si era detto essere i biglietti un debito privilegiato, s’era fatto per continuar loro qualche residuo di vita e di moto; essendo la fede e la promessa regia l’anima loro, tolta la quale essi cadono estinti affatto.
Continuò a dire il parlamento:
È chiara pruova che i sudditi del re, tutti quanti essi sono, soffrono danno, il potersi affirmare senza eccezione che ad ogni privato s’accrescerá la spesa d’un quarto senza accrescersi il consumo; e la rendita diminuirá d’un terzo. Intanto, per la differenza che corre tra il valore dato dal nuovo editto alle monete e il loro intrinseco, il commercio tutto, e particolarmente lo straniero, soffrirá perdite smisurate.