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capo terzo | 211 |
ne è piú lento, e cade spandendosi sopra tutti: onde è meno pungente e clamoroso, ma, quel che è piu, contiene in sé una economia sulle spese.
Conosco che il presente capo è divenuto ormai lungo soverchio; ma io non credo esserne in colpa, né mi pare poter finire senza aver prima dette le maniere colle quali si fa il guadagno dell’alzamento e considerato quale ne sia la migliore. Tre sono i mezzi, quanto è a dire il merco, la nuova coniata ed il semplice editto de’ prezzi delle monete.
La prima maniera forse si usò negli antichi tempi, perché si trovano molte monete antiche con merchi nel mezzo, che forse esprimono la mutazione del loro valore. Ma, perché tali merchi s’imitano facilmente, onde si divide il guadagno della mutazion della moneta tra la zecca e i privati, perciò sonosi a ragione disusati.
L’altra si è costumata in Francia nel presente secolo; ed ella sarebbe buonissima, eccettocché, perdendosi molta spesa nella nuova coniata e nelle monete che si trovano consumate, il profitto dell’alzamento è minorato dalla necessitá di dover riempiere quel mancante metallo. Inoltre si lascia il commercio per qualche tempo interrotto e rappreso nel disturbo della mutazione, e si agita e si confonde ogni cosa.
L’abbate di San Pietro aggiunge a tanti incommodi il guadagno che i forastieri faranno in coniare monete simili anch’essi; e poi un tal guadagno lo duplica nel computo del danno, perché fatto da’ nemici dello Stato. Sono, questi, spauracchi da mettere a’ bambini. Nel nostro Regno si coniarono cinque milioni di monete, che poi s’alzarono d’un trenta per cento, e neppur un carlino n’è stato battuto fuori; e lo stesso fu nella Francia. Né può essere altrimenti; poiché, dato che gli stranieri coniassero, come faranno poi a far entrar la loro moneta lá dove è alzata? In dono non la manderanno. A comprar merci in un paese distrutto, che non ha le bastanti per sé, nemmeno. In cambio della vecchia moneta, quando questa se la ritira il principe e la rifonde, non possono. Dunque come ha ella a venire? Sicché tal timore è vano.