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208 | libro terzo |
ha gridato piú forte assai contro i biglietti. Adunque, non essendo mai cattivo quel che non ha vicino un migliore, l’alzamento è buono a soccorrere alle pubbliche necessitá.
Maggiormente cresce l’utilitá dell’alzamento, perché egli giova, non con aumentare l’imposizione, ma con diminuire la spesa; e, siccome la massima, che dovrebbe esser sempre avanti gli occhi de’ principi è questa, che «parcimonia magnum est vectigal», cosí è da credersi ottimo quel mezzo, che per una parte scema il peso de’ tributi e gli rende piú fruttiferi col pagamento facilitato, per l’altra riseca le spese, le quali nelle calamitá delle guerre non solo sono grandissime, ma per lo piú fatte con soverchia prodigalitá. Dall’economia del principe siegue quella delle persone piú agiate e ricche, che sono d’intorno a lui, le quali non solo hanno minor salario, ma minor pagamento da’ loro affittuari e debitori; e cosí il povero resta doppiamente sollevato e del regio dazio e delle private, assai piú crudeli, esazioni. E, quantunque ciò possa parere ingiusto, egli non l’è; mentre la privata ingiustizia, che dalla pubblica utilitá maggiore è seguita, cessa d’essere ingiustizia e diviene necessitá e ragione.
E quindi è la terza utilitá del pagamento de’ debiti non meno grande rispetto a’ debiti dello Stato che a que’ de’ privati. Quanto al primo, ella è cosa verissima niente esser di piú nocumento quanto il sospendersi i pagamenti del principe; perché, sospesi i suoi, i creditori di lui sospendono i loro, e così tutto l’oriuolo resta immobile in ogni sua ruota. Se rigirano i loro debiti su quello del principe, ecco nati inaspettatamente i biglietti di Stato. Onde conviene accordarsi in questo: che o il principe ha da fallire palesemente, o mostrar di pagare per intiero, ancorché paghi meno cose reali. E, sebbene sia male che i ministri dello Stato e que’, che per esso si sagrificano, sieno mal pagati, pure si può, per consolarsene, avvertire che costoro sono i piú ricchi e che, quanto piú durano le agitazioni dello Stato, tanto arricchiscono piú.
E da ciò si conosce quanto sia falso l’assunto dell’abbate di San Pietro e quanto ne sia frivola la dimostrazione. Egli