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capo terzo | 207 |
VI
vere utilità dell’alzamento
Tre utilitá grandi dell’alzamento — Prima utilitá: supplire a’ bisogni — Seconda utilitá: scemar le spese — Terza utilitá: pagar i debiti — Falsi raziocini dell’abbate di San Pietro — Cagione del suo abbaglio — Perché convenga favorire i debitori — Quanto convenga al principe non aver debiti — Se convenga mai al principe dichiararsi fallito — Modi da far l’alzamento sono tre — Primo modo cattivo — Secondo modo usato in Francia — Il terzo modo si può in pochi principati usare — Origine dell’abborrimento che ha il popolo alle mutazioni delle monete — Forma di governo ne’ tempi barbari — Cagione dell’abuso fatto da’ sovrani della zecca.
Tutto quanto ha di buono in sé l’alzamento, e di cui cosí prolissamente tanti con diversitá d’opinioni ragionano, fu dalla prudenza romana, ancorché in tempi ancor rozzi, conosciuto; ed è da Plinio, scrittore gravissimo, raccolto in due versi soli: «Librale autem pondus aeris imminutum bello Punico primo, cum impensis respublica non sufficeret; constitutumque, ut asses sextantario pondere ferirentur. Ita quinque partes factae lucri, dissolutumque aes alienum»1. Ecco le tre grandi utilitá: soccorrere a’ gravi bisogni, risparmiar sulle spese, saldare i debiti.
È manifesta pruova della prima utilitá che niuno di tanti disapprovatori dell’alzamento ha mai saputo proporre un migliore espediente. I debiti pubblici, detti fra noi «arrendamenti», quando lo Stato fosse giá impoverito, sono assai peggiori, come al libro quinto dimostrerò. La creazione de’ biglietti di Stato è men cattiva dell’altro, e su di lei discorrerò al libro quarto. Ora dico solo che chiunque ha biasimato l’alzamento,
- ↑ N. H., xxxiii, 13 (3) [Ed.].