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206 libro terzo


quando da una parte è forza alleggerire il peso, dall’altra non si può palesemente farlo; e che questo caso avvenga molte volte, pare che dovesse esser noto al Melun, che ha dato a risolvere questo problema non meno grande e serio che malagevole e scabroso.

Chiede egli: «Quando l’imposizione necessaria a pagare i pesi dello Stato è divenuta tale, che i debitori d’essa, con tutto il rigore delle esecuzioni militari, non hanno assolutamente modo da pagarla, che convien fare al legislatore?». Niuno di que’, che si sono creduti capaci di rispondere al Melun, ha posta mano alla risoluzione d’un quesito, il quale, sebbene sia molte volte avvenuto, si può dire che nemmeno in pratica sia stato ancora con ferma e considerata ragione risoluto, avendo, nelle grandi calamitá e nelle somme perturbazioni, piccola parte il senno sulle azioni. Io credo ch’ei si debba risolvere così. Quel, che non si può avere, non bisogna richiederlo neppure, mentre il richiederlo violentemente non dá modo da acquistare nemmeno quel poco che si potrebbe. S’oppone a ciò la necessitá delle spese. A queste dunque convien supplire, o con consumare le imposizioni degli anni avvenire, e questi sono i biglietti di Stato, le azioni e que’ che noi diciamo «arrendamenti»: o con minorare le spese, e questo è l’alzamento. Se la tempesta mostra esser sul fine, è migliore l’alzamento, mentre, quando il danno di lui ritorna sul principe, tutto è giá in calma. Se le onde sono ancora agitate senza speranza di vicina quiete, è miglior consiglio l’altro. E, quando amendue non bastano, v’è la servitú, la quale (come lo dimostrò Sagunto, Cartagine e Gerusalemme) è migliore d’una infelice e disperata difesa, creduta solo dagli oratori gloriosa, perché essi hanno, a causa della vicinanza loro, confuso l’eroismo colla pazzia.

È adunque necessario l’alzamento, quando si vuol minorare la spesa; ma per la necessitá delle guerre non si può palesemente dimostrarlo, per non disgustare e sollevar le milizie e i magistrati, impiccolendo i soldi.

Finalmente anche è un male dell’alzamento la minorazione de’ censi e delle rendite pecuniarie; il quale però, come io dimostrerò al libro quinto, è male piccolo, e talvolta anche è bene.