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14 libro primo


Usossi adunque il metallo pesato quasi subito dopo che a mercatantarlo s’incominciò. Il che se presso gli americani non si trovò esser del pari avvenuto, fu perché questo negozio e trasporto per varie mani non v’era. Difficile cosa è il determinare ora l’origine della moneta, se tra metallo pesato e moneta non ancor coniata si vuol fare disparitá. Perché i sicli d’argento rammentati fin dal tempo d’Abramo, e i talenti d’oro che sempre nomina Omero, son certamente nomi di pesi fra’ greci e fra gli ebrei. Ma questo non pruova che anche monete non fossero allora, come poi lo furono, perché e la libbra, o sia lira, e l’oncia sono fra noi nomi di pesi, che pure si appropriano alle monete. Che se il metallo pesato e comunemente accettato si vuole avere, come si dee, per vera moneta, si potrá con certezza affermare che nella guerra troiana l’oro ed il rame usavansi per moneta. Suole Omero gli uomini denarosi dirgli «ricchi d’oro e di rame». Nel tesoro d’Ulisse νῆτος χϱυσὸς καὶ χάλκος ἐκείτο: «molto oro e rame era ammonticchiato». Né il chiamar la moneta col nome stesso del suo metallo è cosa strana, mentre la moneta è detta «aes» da’ romani, χαλκός da’ greci, «argent» da’ francesi. Fu dunque la prima moneta, che usò la Grecia, d’oro e di rame: d’argento, per la sua raritá, non avendola potuto avere. Le monete d’oro erano il talento e il mezzo talento, che spesso coll’attributo di πάντα sono da Omero nominati, il quale al nostro «giusto» e «trabboccante» corrisponde. Usarono inoltre per moneta di conto la voce βός, che dinota il bue; sia che co’ buoi ogni cosa valutassero, o che, come io mi do a credere, sia questo un nome di moneta. Se moneta ella fu, d’oro certamente era, leggendosi al libro ventesimoterzo dell’Iliade una schiava, che molto destra ed industriosa era, valutata non piú che τεσσαϱάβοιον, quattro βοῦς. Questa maniera di valutare lungo tempo fu in uso, trovandosi che la vedova di Polidoro, re di Sparta, vendé una sua casa valutata a questo modo. Né manca chi crede che questo nome si fosse dato alla moneta, perché avea per impronta l’immagine del bue. La quale opinione a me non piace, e sono piú inclinato a credere che sulle prime questa moneta, che forse era lo stesso talento, al prezzo d’un bue corrispondesse, e