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190 libro terzo

III

falsi danni che si dicono provvenire al principe
dall’alzamento

Dell’utile e danno si ha da discorrer sempre relativamente — Per molti riguardi è errore il dire che l’alzamento sia sempre di danno al principe — Non è sempre danno la diminuzione de’ tributi — Non sempre si diminuiscono le rendite pubbliche dall’alzamento — I popoli non s’impoveriscono coll’alzamento — Effetti dell’alzamento secondo il corso loro naturale — Non subito dopo l’alzamento la spesa del principe cresce — L’alzamento non è vietato perché è contro alla natura — L’alzamento non è ingiusto — Prima ragione — Seconda ragione — Il togliere ad uno e non ad un altro suddito non sempre è tirannia — Le operazioni fatte per necessitá non macchiano la fede — Non si conviene parlar dell’alzamento, quando è fatto senza ragione.

È certamente cosa vergognosissima che tanti, che presumono di ragionare delle cose degli Stati e misurare le loro utilitá, non sappiano che cosa sia questo che «utile» si chiama. Essi lo prendono per quantitá assoluta, non relativa, come egli è. Non sanno che, quando le determinazioni sono miste di buono e di cattivo, quale è la piú gran parte delle umane, si ha da computare e pesare esattamente e l’uno e l’altro; e, sottraendo il minore dal maggiore, conoscere quale supera e di quanto. Il pane è utile, ma non è utile farselo tirar sul muso; l’acqua è necessaria nonché utile, ma all’idropico è pestifera e letale. È adunque l’utile d’una cosa misurato principalmente dall’uso e dalle circostanze della cosa a cui si applica; né, quando uno se n’abusasse o malamente e sconciamente l’adoperasse, acquista la cosa nome di «dannosa», ma l’uomo si manifesta o stolido o pernicioso. Perciò quell’autore, che ha dimostrato l’alzamento, assolutamente considerato, essere pernicioso ed ingiusto, perché aggravava i popoli e gl’impoveriva, senza cercare se in que’