Pagina:Galiani, Ferdinando – Della moneta, 1915 – BEIC 1825718.djvu/194

188 libro terzo

II

false utilitá dell’alzamento promesse
a’ principi ed a’ popoli

L’alzamento non moltiplica le ricchezze del principe — Ma diminuisce la sua spesa senza strepito — Nemmeno arricchisce i popoli.

Io tengo ferma opinione che l’abborrimento, che hanno i popoli e la piú gran parte degli scrittori reputati savi per l’alzamento delle monete, è nato da questo: che rarissime volte egli s’è fatto per vera necessitá da principe virtuoso; quasi sempre per avarizia o per falso consiglio d’apparente utilitá. Onde è nata la volgare sentenza ch’egli sia ingiusto, tirannico e calamitoso. E, poiché io stimo utile molto e profittevole il mostrare quanto sia falsa l’utilitá dell’alzamento che a’ principi per ordinario si assicura, per poi mostrar loro le vere, farò con esempli conoscere il ridicolo del guadagno, che si promette loro.

Se un principe, desideroso d’aver soldati d’alta statura, non volesse soggiacere alle spese, che il morto re di Prussia fece, un ministro accorto potrebbe contentarlo cosi. Proporgli di dar fuori una legge, in cui si stabilisse che il palmo non si componesse piú di dodici ma di sole nove dita. Ecco che in una notte tutti i suoi soldati, i quali erano andati a letto, quale di cinque, quale di sei palmi alto, si risveglierebbero miracolosamente allungati chi di otto e chi di nove. Che se quest’altezza non contentasse ancora le vaste idee del sovrano, con un’altra legge si potrebbero di nuovo slungare, e prima di sette braccia, poi di sette pertiche e finalmente anche di sette miglia l’uno, se si volesse, si potrebbero far divenire, lo conosco che ognuno ride a quel ch’io dico; e pure questo è l’alzamento della moneta cotanto celebrato. Gli uomini ridono se si