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186 libro terzo


detto e immaginato. E prima dirò di quelle utilitá che si promettono a’ principi o a’ sudditi da questo alzamento, e che sono false e sognate; poi dirò di que’ danni che ad amendue sono minacciati dal piú degli scrittori, e che io stimo non veri e profferiti ignorantemente; seguiranno poi que’ danni che sono veri e giusti; e finalmente quelle utilitá vere che dall’alzamento talvolta si possono sperare. Onde si vedrá se vi sia tempo e condizione di cose, in cui (perché nelle deliberazioni umane è sempre misto il bene al male), l’utilitá superando i danni, sia commendabile l’alzamento.

A volere con una definizione spiegare la natura dell’alzamento, cosí come se n’è giá dichiarata la voce, io stimo ch’ei si potrebbe definire così: Alzamento della moneta è un profitto, che il principe e lo Stato ritraggono dalla lentezza con cui la moltitudine cambia la connessione delle idee intorno a’ prezzi delle merci e della moneta. Quella connessione delle idee, che è la piú grand’opera della nostra mente, quella che d’ogni scienza è base e che per tanto spazio da’ bruti ci diparte, ella è quell’istessa, su di cui i piú singolari e straordinari consigli sono edificati. Perciò mi si farebbe ingiuria in credere che io avessi voluto maliziosamente dare questa definizione: perché io posso dimostrare che la vendita della nobiltá e de’ titoli, la concessione degli onori ed infinite altre costumanze meritano avere la medesima definizione ch’io ho data all’alzamento; e pure di queste niuno nega l’utilitá, niuno contrasta a’ principi il dominio e la libera autoritá. Che la vendita della nobiltá sia un servirsi d’una connessione d’idee giá formata, lo comprende chiunque riguarda che, se un principe dichiara nobili tutti i suoi sudditi, non accresce loro onore alcuno, ma ne toglie alla voce «nobiltá», a cui cambia il significato. Se egli istituisce un’insegna d’ordine, e non la concede in sulla prima ad uomini giá gloriosi e venerati, sicché si congiungano queste idee, ma la dá a’ suoi staffieri, qualunque forma si abbia questa insegna, ella diviene livrea. Perché la moltitudine dalla veritá trae e concepisce le idee, a queste accoppia i suoni delle voci: sulle voci usando giusto imperio,