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capo primo 13


pesi e misure, secondo le quali si potesse apprezzare; il che da tutti gli altri popoli, che vino, grano, olio raccoglievano (piante in que’ tempi tanto ad alcuni paesi particolari e rare, quanto oggi la cannella, il cacao e gli aromi), non si poteva in alcun modo imitare per la sempre diversa bontá della mercanzia. Nè fu cosa difficile che, cambiandosi giá i metalli divisi in giuste e pesate quantitá, si cominciassero queste anche dalla pubblica autoritá, che presedeva ne’ mercati ai cambi ed al commercio, con qualche segno ad improntare.

Ed ecco la naturale e vera introduzione e del conio e della moneta. Quindi è forse che Erodoto attribuisce ai lidii la prima invenzione del conio: perchè i lidii ne’ loro fiumi molto oro raccoglievano, e lo davano ai tirii ed ai fenici, e, da questi alle altre regioni recandosi, venne ad acquistare quella universale accettazione che lo costituisce moneta. La narrazione di questi accidenti compone tutta la mitologia e la sacra favola greca, la quale si potrebbe giustamente definire una confusa storia delle prime navigazioni e commerci fatti nel Mediterraneo e delle rapine e guerre per cagion del commercio avvenute. Nè fra quegli antichi secoli e i nostri altra disparitá io trovo, che quella che corre dal grande al piccolo. Quel, che oggi è l’Oceano, era allora il Mediterraneo, e «mondo» dicevansi le sole terre che sono dal mare Mediterraneo bagnate. La Spagna, che io credo essere stata quella famosa Atlantide, tanto con oscure notizie dagli egizi sacerdoti celebrata, corrispondeva alla nostra America; il Mar Nero e la Colchide era la presente Guinea; l’Ellesponto e la Tracia, l’India; i tirii, i sidoni, i cartaginesi erano quel che sono le potenze marittime e le repubbliche negozianti de’ nostri dí; l’Egitto e l’impero babilonico alle grandi nostre monarchie, che in gran parte sono da’ popoli negozianti provvedute, rispondono; ed in piú piccolo spazio i medesimi accidenti di navigazioni e scoperte gli Ercoli e gli Ulissi di allora ed i nostri Colombi e Gama incontrarono; ed i buoi, i cavalli, le ulive, la vite, il grano, gli aranci allora, come ora il caffè, il tabbacco, le droghe furono da’ loro naturali paesi tolti ed altrove traspiantati.