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capo secondo 183

fatte valer centotrentadue. Pochissimi intendono ciò che si fosse fatto allora, e perché; ma tutti confidentemente ne parlano e ne decidono. Chi dice che fu alzamento; chi che fu dannosissimo; e chi ne dá un giudizio e chi un altro. Il vero è ch’ei non fu niente di ciò, ma solo una correzione d’uno sbaglio preso dal marchese del Carpio. Il marchese, nel rifondere la moneta d’argento, avea desiderato farla eguale alla romana, sicché non si avesse a studiar tanto sul cambio. Desiderio inutile e forse anche pernicioso. Non avea avvertito quanto la nostra moneta di rame fosse inferiore alla romana in quantitá di metallo. Facendo i ducatoni di cento grana, egli dava alle grana un valore estrinseco superiore al vero di quasi un cinquanta per cento. Ciò facea stravasare l’argento e restare il rame. Convenne, adunque, cambiare tal proporzione e sbassare il prezzo al rame; ed ecco quanto si fece. Se insiememente non si fosse mutata la moneta di conto, non vi sarebbe stato alzamento. Ma, avendo mutato il valor delle grana, e fattele divenire la centotrentaduesima parte di quel ducato (d’un’oncia, un trappeso e quindici acini d’argento), di cui esse erano la centesima; ed avendo, ciò non ostante, sostenuto il ducato a sole cento grana; ne seguí un alzamento, che, oltre al mutare i nomi al prezzo delle merci e de’ cambi, non fece altro nocumento, non potendone per sua natura fare: giovò sibbene a pagar gran parte delle spese del monetaggio.

Sovra di ciò ha saviamente discorso il Broggia. Non cosí Cesare Antonio Vergara, il quale, avendo in tutta la sua opera osservato virtuoso silenzio sopra consimili operazioni fatte sulla moneta, volle interromperlo sul fine appunto dell’opera, per dar giudizio della prammatica del 1691, e lo fece con infelice e vergognoso successo. Disse che


fu stimata forse da alcuni utile questa alterazione della moneta, ed avutasi anche qualche compiacenza nell’aver ritrovato tra lo spazio di una notte cresciuto il peculio...; nondimeno, secondo il giudizio di molti, e forse di tutti, è stata e sará perniciosa al Regno per l’alterazione de’ prezzi delle robe e del cambio, particolarmente colla piazza di Roma, dove si vide cresciuto, pochi