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172 libro terzo


piú vero che quegli studi e quelle discipline, le quali a’ ministri del governo sembrano astratte, mentali e da ogni utilitá della vita civile distaccate, hanno piú conferito alla perfezione degli ordini civili che le leggi stesse; e che quello, che la politica non giunge ad ottenere, s’ottiene per qualche scoperta fisica o per qualche meccanica invenzione. Col torchio si dá una impressione, che è difficile a falsificare con istrumenti píccoli e maneggiati da un solo mal monetiere. S’imprime sugli orli stessi della moneta con un altro ingegnosissimo istrumento, che nelle nostre nuove monete d’argento e d’oro è stato prudentemente usato. Cosí, non restando parte non impressa, non resta luogo a tosarle, senza che sia subito manifesto. Or la facile cognizione della frode nelle monete è il miglior rimedio, perciocché l’uso della moneta è solo ne’ contratti di cambio tra roba o fatica e moneta. Quanto sia necessario ne’ contratti il consenso de’ due che contrattano, è chiaro: quanto sia difficile ad ottenerlo da quella parte che conosce la frode dell’altra, non richiede dimostrazione. Colui adunque, che tosa, trae danno grandissimo da ciò; mentre, per una decima parte di moneta, ch’egli, per esempio, ha tosata, gli resta tutta inutile in mano: né può ricorrere al giudice, senza esporsi a pagare il fio del suo delitto; né può costringere né persuadere chi si prenda le sue monete per buone. Cosi è che questo male intoppa ed ha grandissima difficoltá a sorgere; ma, quando egli fosse nato, cresciuto e divenuto grandissimo, la cosa procede diversamente.

I mali, che produce ad un paese l’aver gran quantitá di moneta tosata (de’ quali conviene dire prima che de’ rimedi), sono i seguenti:

I. Gravi e perpetue dispute tra i compratori e i venditori. Questi non vogliono cambiare le loro merci colla moneta, senza che o le monete sien giuste o se ne dian di piú, tantocché col maggior numero compensino il minor peso; laonde incariscono i prezzi. Quelli l’uno non vogliono fare, l’altro non possono; e intanto ambedue, per lo commercio interrotto, stentano, gemono e quasi si muoiono di fame. Sicché il male del