Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
CAPO PRIMO
della proporzione tra il valore de’ tre metalli
usati per moneta
Il valore è una relazione — Perché si dica fisso il valore de’ metalli — Effetto della falsa proporzione data in vigor di legge — S’applica e si spiega con esempi il giá detto di sopra — È inutile stabilir con legge questa proporzione — Tre maniere usate da noi intorno a’ prezzi delle cose — Prezzo di «voce» usato nel Regno e sua utilitá — Applicazione del giá detto alla moneta — Alla moneta s’avrebbe a dar prezzo non forzoso — Non è vergogna il far cosí — Perché si sia fatto diversamente — Istoria della proporzione tra l’oro e l’argento.
Di tanti e tanti errori, onde è circondata la nostra mente e in mezzo a’ quali perpetuamente s’aggira, non ne resterebbero se non pochissimi, quando fosse possibile a fare che si evitassero, come è facile a dire, quelli che provengono dalle voci relative prese in senso assoluto. Se ciò si potesse, questo terzo libro sarebbesi tralasciato; perché tutto quello, che sul valore della moneta hanno scritto i dotti e stabilito i principi, per lo piú è stato fatto senza avvedersí che «valore» è voce esprimente relazione. Quel che appresso si cercherá dell’alzamento, se sia utile o no, non sarebbe sí disordinatamente trattato, se si avesse avuto in memoria che l’utile è relativo.
Sicché, basta ch’io dica il valore esser relativo ed esprimere l’ugualitá del bisogno d’una cosa a quello d’un’altra, giá s’intende non essere stabilito e fisso il valore della moneta dalle leggi o dalle costumanze, né esser questo alle umane forze possibile. Perché, a fissare una ragione, bisogna tener fermi ambidue