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INTRODUZIONE

Sono in questo terzo libro contenute materie gravi e di tale e tanta importanza, che il piú degli scrittori su queste sole hanno disputato, quasi in esse l’intiera cognizione della moneta si comprendesse: nel che, se da una parte sono degni di discolpa, dall’altra certamente nol sono. Sembrano meritare scusa, considerando che gli avvenimenti piú calamitosi e le operazioni piú strepitose degli Stati, tutte si possono dire originate dalla mutazion del valore della moneta; ma per l’altra parte le materie, che nel primo e secondo libro ho discorse, e quelle, che nel quarto si tratteranno, sono state tanto ignorate e lasciate in abbandono, che non è in alcun modo da perdonarsi. E pure tutto si concederebbe, se almeno questo che al valore s’appartiene, quanto è celebrato, tanto fosse trattato accuratamente. Ma anzi qui è maggior confusione, disordine ed errore. Del che altra non può essere la cagione, se non che gli uomini, quando hanno a ragionare in quello ove l’interesse ed il guadagno ha parte, si lasciano trasportar sempre o da soverchio timore o da disordinata aviditá; e, siccome i decreti delle potestá sono quasi sempre o da’ consigli de’ privati o dalle grida della moltitudine mossi o sospesi, rare volte avviene che alla generale utilitá si possa aver mira e ragione. Né è picciola lode per noi che, mentre tanti, creduti piú savi, sbagliano e pagano le pene degli sbagli, al nostro governo da moltissimo tempo non si possa rimproverare statuto alcuno sulle monete, che abbia recato grave danno con sé.