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140 | libro secondo |
Francia e le basse monete di Venezia e di Turchia, in queste il rame non si chiama «lega», ma si dicono monete di due metalli.
La necessitá di quest’uso è nata da due primarie cagioni. Una è che il purgare il metallo da ogn’impuritá è una operazione che consuma gran tempo e fatica; onde nacque la risoluzione di trattare i metalli con quella lega che dalla natura avevano. Ma, conoscendosi poi che questa è varia e che, siccome il piú puro oro, che si scavi, appena è di ventitré carati, di grado in grado se ne trova di quello di sedici e talor anche di dodici (detto dagli antichi «electrum»,e che è forse la nostra «tombaca»), convenne ridurre tutta la pasta, che doveasi coniare, ad uno stesso grado, purgando la soverchio impura e aggiungendo lega alla pura piú del grado determinato; e cosí oggi si siegue a fare. Cosi al luigi d’oro di Francia è prefissa la bontá di ventidue carati, alle doppie di Spagna di ventuno e un quarto, ai zecchini veneziani di ventitré e tre quarti; la stessa ai fiorini e agli ungari, sebbene con non eguale tempra di metallo. E, quanto all’argento, i francesi, come noi usiamo, danno alla moneta undici once di fino ed una di lega. L’altra ragione, non meno considerabile, è stata questa, che l’oro purissimo è soverchio flessibile e colla lega s’indura tanto, che si è giunto fino all’arte di temperarlo: l’argento, per contrario, quando è purissimo, è piú fragile; e alla violenza del conio, che è grandissima, quello cedendo, questo spezzandosi, mal possono resistere. Perciò non è meraviglia che sia antichissimo l’uso della lega.
Le medaglie greche e le romane, le puniche e le spagnuole l’hanno, con questa differenza: che quelle d’argento, principalmente le romane, ne hanno piú delle presenti; quelle d’oro fino a’ tempi d’Alessandro Severo sono singolarmente pure. Le medaglie de’ re macedoni hanno ventitré carati e sedici grani di puro, e nelle romane s’osservò che una medaglia di Vespasiano d’oro non avea di lega piú d’una settecentottantottesima parte. Le consolari d’argento non oltrepassano dieci once di fino. Ma da Alessandro Severo in poi non si trova altro che disordine, frode e vile mescuglio di lega. Quelle d’oro non hanno