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136 | libro secondo |
sempre rimettono e fanno peggiori le monete? Finalmente, quasi per corollario, aggiungerò che l’umano commerzio ha tanta difficoltá e fastidi per conto di queste benedette monete, che sarebbe forse meglio far senza e spender l’oro e l’ariento a peso e taglio, come ne’ primi tempi ed ancor oggi usano que’ della Cina, i quali per arnesi portano in seno lor cesoie e saggiuolo, e non hanno a combattere che colla lega, la quale colla pratica e col paragone pur si conosce.
Qualunque arte v’avesse egli usata, non potea certamente in così pochi righi racchiudere piú cose false e che lo dimostrassero meno intelligente della materia sua, di quel ch’egli s’abbia fatto: sicché, come di cosa difficile eseguita, ne merita lode.
È falso, e sarebbe calamitoso, se il monetaggio non si ritenesse alla zecca del principe. È da uomo non intendente anteporre l’antica imperfetta ed incommoda maniera di coniare a martello alla bellissima e meravigliosa invenzione del torchio. È da avaro e misero d’animo, per far un risparmio di poche centinaia di scudi, far brutte e goffe le monete, che sono opere pubbliche consecrate all’immortalitá. È da vecchio fastidioso e molesto il voler bandir la moneta, e lodare i cinesi in quello in cui, non altamente che nella loro scrittura e lingua, meritano biasimo e dispregio.
E quanto al primo: perché in prima, domando io, s’ha da fare quel che il Davanzati propone? Questo non giova ad evitare che altri batta moneta; perché, dovendo questi ritenersi quel che la fattura vale, né potendo mai ad un privato valer questa meno che alla zecca del principe, se, nel caso ch’egli propone, vi saria perdita, nel presente stato non v’è guadagno. Or, a ritener l’uomo dal fare alcun delitto a traverso alle pene ed ai timori, non si richiede ch’egli vi perda; basta che non vi guadagni assai: sicché non giova quel ch’egli pensa e propone, ma, quel ch’è peggio, nuoce. Gli orefici in ogni loro bisogno fonderebbero la moneta, la quale è assai piú facile a procurarsí che la pasta dei metallo; sicché lo Stato sarebbe dagli orefici quasi dissanguato. Onde bisognerebbe star sempre in sul battere; e, se oggi per esempio basta che si battano