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120 | libro secondo |
verisimilitudine è che non vi s’avvertirá. Pure non è mai buona regola correre questo pericolo, al quale, siccome non v’è altro rimedio che subito rifare la restante moneta, non so se una cosí grave spesa, che giunga improvvisa allo Stato, sará per essergli innocente. E forse allora con nuovi mezzi consigli e deboli espedienti si fará incancrenire quella piaga, che i soli cattivi consigli aveano generata. Sicché dunque, quando si vuol rifare una classe di moneta tosata, e gli ordini del governo ci rassicurano, con viene o batterla tutta insieme o a poco a poco; e questo mi pare miglior consiglio. La nuova esce insensibilmente, né produce altro che un lampo di letizia per la sua bellezza e bontá. Ma l’esser poca non permette che si disusi la vecchia, ancorché fosse aborrita. Intanto la nuova si comincia a consumare ed il popolo vi s’avvezza.
È tempo ch’io ragioni dell’argento, il quale io stimo presso di noi essere in buonissimo stato ed ordine. La prudenza di chi oggi ci governa ha conosciuto questo vero, ed ha battute le nuove monete imitando le antiche, quanto è a dire in dodici once mettendone undici di puro metallo, ed il resto riservandolo per la lega, fattura e dritto di zecca, e valutandole secondo l’alzamento fatto alle monete dal marchese del Carpio del trentadue per cento. Prego il supremo Autore del tutto e i santi tutelari di questo Regno che vogliano, poiché a sí felice etá e sotto cosí giusti principi ci hanno condotti, lungamente conservare a noi non meno la loro preziosa vita che le massime istesse di governo savie e generose, le quali, come alla pietá del principe, cosí alla virtú de’ suoi ministri ancora sono dovute.
Molti dicono che si convenga alzare il valore all’argento, o sia mutare la proporzione tra questo e gli altri metalli. Il che io non credo sia vero; ma, quando lo fusse, sarebbe miglior consiglio mutare il valor del rame e dell’oro. Trattandosi di proporzione, la cosa è la medesima, ma non gli effetti. Mutato il rame, il commercio soffre minor disturbo nella mutazione de’ prezzi; mutato l’oro, che è tutto straniero fra noi, non ne prenderanno i sudditi timore: ma questa mutazione, lo replico